Un tuffo nella storia
Il casale che nasconde un passato romano e una grotta misteriosa
Immerso in una conca naturale a forma di anfiteatro, a metà della sua altezza e in posizione protetta, si trova un antico casale la cui storia affonda le radici ben oltre la sua data di costruzione ufficiale. Sebbene un documento ne attesti l'esistenza certa al 1793, autorevoli archeologi suggeriscono che la sua base poggi sulla pianta di una preesistente villa romana [Fonte: Dichiarazione di archeologi citati nel documento originale].
La parte aperta di questo anfiteatro naturale si affaccia sulla suggestiva valle del Lago, un'area sedimentaria che regala una vista mozzafiato verso nord, fino alle prime colline dell'Umbria.
Collegamenti con l'acquedotto di Poggio Mirteto
Il mattonato della grotta presenta tratti simili a quello di un preesistente acquedotto di Poggio Mirteto, che si trova sotto la Piazza Martiri della Libertà, la piazza centrale del paese. Questa somiglianza suggerisce possibili connessioni o l'utilizzo delle stesse tecniche costruttive dell'epoca.
La famiglia Chiari continuò a distinguersi nel tempo: un membro della famiglia partecipò e fu premiato alla Fiera del Levante di Bari nel 1934 per la sua innovativa "Sgrippatrice e Piano Raccoglitore Chiari", un attrezzo fondamentale per la raccolta delle olive [Fonte: Riconoscimento alla Fiera del Levante di Bari, 1934].
Questo affascinante casale non è solo un edificio, ma un vero e proprio scrigno di storia, testimonianza di epoche passate e di un'agricoltura di qualità che ha lasciato il segno nel territorio.
Il mistero della grotta a croce di Lorena
Sotto l'attuale club house, a circa 3 metri al di sotto del livello della cantina/seminterrato, si nasconde una grotta enigmatica. Lunga 11 metri e situata a 6 metri dalla superficie del cortile, questa struttura presenta una peculiare pianta a croce di Lorena (o Patriarcale/arcivescovile), caratterizzata da due traverse.
Ciò che la rende particolarmente affascinante è la sua costruzione interamente in mattoni: pavimento, pareti e archi sono tutti rivestiti con questo materiale. Secondo gli archeologi, la grotta sarebbe addirittura precedente al casale di qualche centinaio di anni, forse risalente al 1500-1600 [Fonte: Dichiarazione di archeologi citati nel documento originale].
I facoltosi proprietari e le loro produzioni di eccellenza
Il casale apparteneva a ricchi possidenti di Poggio Catino. Intorno alla proprietà si estendevano ben 55 ettari dedicati a colture specializzate, con una predominanza di vigneti, seguiti da oliveti e foraggere.
Un documento certo che testimonia la ricchezza e l'intraprendenza dei proprietari è un manifesto della Mostra Agraria del 1886. Qui, il Cav. Luigi Chiari di San Luigi (frazione di Poggio Mirteto, nel cui territorio si trova il casale) viene premiato per la sua eccellente produzione di vini bianchi, rossi e per l'olio [Fonte: Manifesto della Mostra Agraria del 1886].



